Mentire sopra la menzogna.
Nessun dolore in circolo.
Lenire il sentire attraverso la negazione di se.
E ritornare ad essere me stessa dietro la maschera della bugia.
Ritrovata
Ritorno a respirare parole e inchiostro. Finalmente.
Ritorno a respirare parole e inchiostro. Finalmente.
Non ci sono soluzioni per questo silenzio. Provo ad urlare e a strillare. Ma ci divide il cielo. Avrei un nuovo amore da raccontarti. E portoni immensi da spalancare. So che avresti capito prima di mamma. Perché me e te … Continua a leggere
Ho messo quel punto. Il pensiero è finito. Ora resta l’illusione di esserci stata e la certezza della tua assenza.
Ti pensavo presenza costante e forte al mio fianco. Quella mattina all’alba, erano le 6. Non ho pensato alla tua assenza ma alla mia solitudine. Credevo ci fossi e che fosse solo la mia pelle a sentire freddo. Ti hanno … Continua a leggere
Mentire sopra la menzogna.
Nessun dolore in circolo.
Lenire il sentire attraverso la negazione di se.
E ritornare ad essere me stessa dietro la maschera della bugia.
Tu non ci sei eppure mi respiri accanto. Sfiorandomi.
L’inganno del cuore che dilata il battito fino al tuo.
Un tintinnare di stelle e di conchiglie. Sono favole.
Mi guardi mentre rido e sussurro bugie a me stessa.
E resti lì, fermo, ad aspettare che io tolga la maschera.
Pazientemente.
Sei riuscito a trovarlo il mio cuore. Era là esattamente dove doveva essere.
In mezzo alle stelle.
E per un istante ho visto il sole.
Tu mi hai guardata e per la prima volta mi hai vista.
Ho attraversato le mie paure. Nascondendo spine e fragilità.
Sei durato un attimo. Raggio di sole.
Le cose migliori capitano quando sei distratta.
E di quel treno senti solo il rumore e il risucchio del vento.
Ti ritrovi con i capelli arruffati e un senso di vuoto allo stomaco.
Perso. Ancora. Di nuovo. Come sempre.
La distrazione è la tua debolezza ed in fondo non hai mai avuto fiuto per gli affari o le occasioni da non perdere.
I saldi di gennaio sono solo risse e spintoni.
Sarebbe forse meglio concentrarsi sulle nuove collezioni primavera/estate, fissare un punto sul muro e cercare di non perdere di vista gli attimi.
Segnare i giorni sul calendario e attaccare allo specchio un post it con gli orari del treno.
Una vita non mi basta. Nemmeno se riuscissi a camminare più veloce della mia curiosità.
E mi chiedo dove andranno tutti le mie corse e tutti i miei desideri. Forse esiste un garage delle occasioni mancate, un angolo di una stanza dove far impolverare le idee in attesa della vita giusta. Mi sento sollevata per l’onda che deve ancora infrangersi. Ho ancora tempo per continuare a sorprendermi di me stessa. Esiste ancora una possibilità per imboccare una strada nuova. Mi dicono che sono una fallita ma non sanno che io sorrido e che appena loro si voltano io e la bambina che sono stata facciamo il dito medio alle loro spalle. Una vita è poca per poter smontare e rimontare i pezzi delle mie paure. E solcando mari controvento ripenso alle mie battaglie vinte contro i pirati.
No, non mi basta una vita per meravigliarmi di me stessa e di quella che, fortunatamente, non sono diventata.
Ho smesso di pensare e mi sono accorta del silenzio della tua assenza.
Perché smettere di combattere significa farti ritornare, permetterti di varcare quella soglia.
E poi…poi non è più stato sole, né tempesta, né stelle e coralli.
Il silenzio di chi ti scorda accanto a se.
Mentre tu fai finta che niente ti vada stretto, mentre il tuo eco rimbomba nelle stanze vuote.
Ti lasci convincere che ciò che hai è ciò che meriti.
E sbagli…eccome se sbagli.
Un sottile filo rosso. Da polso a polso.
Non guardare giù. Apri le braccia e senti il vento.
Chiudiamo gli occhi. Anche solo per un attimo.
La perfezione del silenzio ci accompagna.
Noi, distinti dalla gente. Noi, identici nel sorriso triste.
Un sottile filo rosso. Che stringe senza legare.
“Sono una piccola ape furibonda”
O forse ho soltanto paura.
E anche tu sei riuscito a svelare la mia bugia.
Leggevo le parole che tu sceglievi e le ascoltavo con il mio cuore.
Dovrei usare la testa. Forse smetterei di sbattere le ali furiosamente.
Sbattono contro gli spigoli e i bordi. Puntini di luce intermittente.
Resto immobile a guardare la loro danza. Il ricordo riaffiora leggero.
Sono ritornata a casa quando pensavo d’aver perso di vista il finale.
Ora ho una forma, un corpo e un’anima.
Stringo forte tra le braccia quel grosso vaso di vetro.
Saranno collane di stelle a farmi sentire regina.