E guardo con occhi compassionevoli il mio essere stata.
Mi sono condannata e redenta.Senza misericordia.
Annusando i colori e l’aria,come un felino affamato,ho ritrovato me.Senza te.
Ora ri/esisto.
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Stelle di sassi.
Mi hai raccontato del cielo e delle stelle.
Rapìta dal blu e dalla tua voce,ho ascoltato.
Pensando alle lucciole di quando ero bambina.
Il ricordo dolce di estati a piedi nudi.
Aprendo gli occhi ho visto la tua strada di sassi.
E senza nessun motivo ho sorriso.
La sindrome dell’abbandono
Un biancoenero a colori.
Mia/Tua.
E mi avrai.E mi avrò.
Possiedimi.
Rinchiusa tra braccia e pelle.
Respiro.
La resa.
Foto di Lilya Corneli
Che tu sia per me lembo scucito
dal quale possente
sgorga l’idea e l’assenza.
Germinerò lucciole e porpora
avanzando il passato
e pane secco da inumidire.
Mentre chiaro sarà il pensiero
dell’ultimo sguardo perso
e ritrovato tra le mie mani.
Sottofondo.
Sfiorarsi.Sfiorarti.
Sottofondo swing.
Sapore d’ambra sul palato.
Sottili allusioni.
Sorrisi complici.
Sotto la neve.
Sussurrare.Sussurrarsi.
Senza fretta.
E attendere….
Ausência.
foto © Yves Trémorin
Meu amor, como eu sofro este tormento
da tua ausência!…
Procuro desviar o pensamento…
mas oiço ao longe a tua voz…
[e]
Os meus beijos escutam os teus beijos
exigentes — perdidos de saudade…
Judith Teixeira